30 mar 2009

Da dove nascono i concetti

Mi soffermo sul senso di sostrato comune preculturale e preistorico: esiste secondo Jung una materia psichica comune alla specie Homo sapiens che dà forma ai processi di pensiero sottesi all' inconscio collettivo ed agli archetipi culturali.


Questo modello mi ricorda la teoria del linguaggio di Chomsky per cui la
mente umana dotata di un LAD un dispositivo che regola e consente =
fin
dalla nascita l' acquisizione de linguaggio e della lingua madre.


Come gli uccelli si sono evoluti per volare cosè gli uomini per
parlare , questa in estrema sintesi la tesi di Chomsky.


Ma allora perchè l' estrema varietà delle lingue?
Perchè lingue muoiono
ed altre sembrano fiorire nel corso di secoli? E dove sono finite le lingue morte?


Mi chiedo il sostrato comune preistorico e preculturale di cui
parla Jung lungi dall'essere innato è forse frutto di un'elaborazione culturale? e' questo sapere riferibile al sistema di conoscenze elaborato dai gruppi umani durante il Neolitico, vale a dire circa 7000 anni fa? Che a pensarci non è poi così un gran lasso di tempo.

Filosofia ed educazione

Come ha suggerito Maura Striano una definizione “allargata” di filosofia era ben presente in Dewey ( vedi Democracy and Education citato )
“La filosofia è il pensiero consapevole di se stesso, il pensiero che ha generalizzato il suo posto, il suo valore, la sua funzione nell’esperienza” (386)
L’analisi di questa affermazione mi porta a considerare la filosofia in Dewey come il prodotto che si genera dall’azione del pensiero che consapevolmente sùi serve degli strumenti che gli sono propri per generare conoscenza.
Da ciò deduco che
1 per pensare sono necessari degli strumenti , come all’architetto per progettare sono necessari squadra, compasso e matita (…presumo)
2- perché ci sia pensiero sono necessari dei contenuti .

Quali sono i contenuti su cui si esercita la funzione specifica del pensiero propria della filosofia?
Vi sono dei campi dell’esperienza umana a cui si applica il pensiero e altri a cui il pensiero è inutile?
Parrebbe di no , quindi la filosofia trova la sua ragione all’interno dell’esperienza di ciascuno individuo, la filosofia diviene quindi il prodotto de pensiero che a partire da questioni presenti nella realtà esperenziale analizza, indaga, sintetizza, distingue o generalizza per comprendere da un lato i passaggi che definiscono l’agire, dall’altra i processi che consentono al pensiero stesso di produrre la riflessione sull’agire.

Da queste premesse mi pare abbastanza facile passare a considerare che se la filosofia riveste un ruolo e un significato nella scuola, questo ruolo e questo significato sono strettamente legati al bisogno di potenziare, attivare e stimolare nei bambini e nei ragazzi le abilità e le competenze legata all’ “azione del pensare” e ciò indipendentemente dall’età e dall’ordine di scuola.